I volontari di Protezione Civile della P.A. Avis Montemarciano in prima linea nell’accoglienza

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Il volontariato è fatto di impegno quotidiano, presenza costante, competenza e, soprattutto, tanta umanità. Ne sono testimoni i volontari della nostra Protezione Civile che sabato 26 luglio, insieme ad altri volontari ANPAS marchigiani, hanno partecipato alle delicate operazioni di sbarco, accoglienza e assistenza sanitaria dei migranti giunti nel porto di Ancona a bordo della nave umanitaria Life Support di Emergency, coordinate dalla Prefettura.

Tra i volontari coinvolti c’era Maya, una nostra giovane volontaria alla sua prima esperienza in questo tipo di assistenza. Le sue parole esprimono al meglio ciò che significa offrire aiuto in momenti di estrema difficoltà: “Mi sono sentita realmente in grado di fare la differenza, capace di aiutare in modo concreto. Quando ti trovi davanti a quelle persone, capisci che dietro ogni sbarco ci sono volti, sguardi, nomi, vite”.

Maya ha raccontato l’esperienza profonda e personale con una giovane donna incinta di 36 settimane, accompagnata dai volontari al Salesi per visite e accertamenti: “La dolcezza e la forza silenziosa di quella donna mi sono rimaste nel cuore. Abbiamo cercato di farla sentire al sicuro con piccoli gesti di cura e gentilezza, e questo mi ha insegnato che aiutare significa molto più che offrire un semplice supporto sanitario. È riconoscere la dignità di ogni persona, sentirsi parte di una rete che ci unisce tutti, specialmente nei momenti più difficili.”

Con Maya c’era anche George, altro volontario esperto della Pubblica Assistenza Avis Montemarciano, che grazie alla sua conoscenza della lingua araba, ha svolto il fondamentale compito di mediatore linguistico: “Appena saliti a bordo ci siamo resi conto subito della situazione. Molti migranti erano giovanissimi, provati da un viaggio durissimo e da condizioni difficili. Tra loro una donna incinta al nono mese, subito assistita e portata in ospedale per le cure necessarie”.

George sottolinea quanto il fattore linguistico e culturale sia fondamentale in queste situazioni: “È importante accogliere con un sorriso e parlare loro nella propria lingua: li rassicura e li fa sentire accolti. Molti erano minorenni non accompagnati, e questo fa riflettere profondamente sulla disperazione che può spingere un genitore a mandare il proprio figlio in un viaggio così difficile, nella speranza di una vita migliore.”

Al termine delle operazioni, dopo le procedure di identificazione e di controllo sanitario, i migranti sono stati accompagnati nei centri di accoglienza. “Siamo sempre tra gli ultimi ad andare via,” conclude George, “ma sapere di aver fatto il nostro dovere come esseri umani ci rende felici nel profondo del cuore.”

La testimonianza di Maya e George ci ricorda quanto sia importante essere presenti e attivi nelle situazioni di emergenza, offrendo non solo competenza tecnica, ma soprattutto un’accoglienza umana e solidale. Un grazie speciale va a tutti i volontari che, ogni giorno, scelgono di esserci per chi ne ha bisogno.